Ortensia Rakar E Il Ladro Di Anime by Mariateresa Izzo

Ortensia Rakar E Il Ladro Di Anime by Mariateresa Izzo

autore:Mariateresa Izzo [Izzo, Mariateresa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Contemporary Women, Mystery & Detective, General, Historical, Thrillers, Fiction
ISBN: 9788891132949
Google: M8QDAwAAQBAJ
editore: Youcanprint
pubblicato: 2014-03-03T23:00:00+00:00


***

Lungo la strada che porta a Nockalm, in un silenzio di ghiaccio che cova il fuoco

Mentre fissava senza vedere il suggestivo paesaggio che le scorreva davanti agli occhi, Ortensia provava, senza alcun risultato, ad immaginare cosa l’aspettava. E non aveva che una supplica da avanzare a ciò che, misteriosamente, muoveva i fili del suo destino. Solo che finisse, il prima possibile, lo strazio dell’attesa di ciò che l’aspettava. Stavano attraversando la Carinzia quando, da un’altura che dominava la strada di Nockalm, le apparve come un’aquila su una roccia. L’antica proprietà della famiglia Rosati, appariva più simile a una fortezza militare che a un elegante e grazioso castello alpino. Entrandovi aveva avuto l’impressione che fosse deserta a parte i due domestici che si erano fatti avanti al loro arrivo e dopo aver portato i loro bagagli nelle camere era svaniti silenziosi com’ erano arrivati. L’inquietudine, che pure sapeva nascondere con notevolissimo autocontrollo, in realtà si era fatta così pressante e dolorosa da non concederle un attimo di riposo. Nemmeno nella camera che le era stata assegnata all’ arrivo. Anzi, furono momenti più tormentosi dell’attesa provata fino a quel momento. Non aveva davvero più scampo, era sola e senza nessun’altra difesa che la sua dignità. Qualunque cosa fosse ciò che l’attendeva, le sembrò quasi di sentirne il respiro gelido sul collo. Rabbrividì.

— Preparatevi accuratamente per la cena: avremo ospiti di riguardo e pretendo da parte vostra la massima ospitalità — le aveva ordinato appena messo piede al castello e a lei non restò da fare altro che un cenno di assenso.

Al suo ingresso nella sala, nell’ora stabilita, tutto era già stato allestito: luci basse e fluttuanti provenivano delle lampade a olio, bagliori di fiamme alte nell’imponente camino, tavola imbandita. Ortensia avanzò, eretta e composta, facendo il possibile per nascondere il tremito di terrore che le bloccava il respiro — perché ogni cosa le parve una minaccia crudele, mentre copriva la distanza che la separava dal tavolo dove, al posto d’onore, si trovava già Valerio.

Le note lunghe di un violino sfumavano nell’aria, fra i tendaggi di damasco e velluto scarlatto alle pareti massicce della sala: dietro un paravento scorse appena il musicista: una donna, dai capelli corvini, con una chioma a cascata lunga e liscia che le accarezzava la schiena, lasciata scoperta da una profonda scollatura. Proseguì a fatica verso Valerio, presto raggiunto da due fanciulle, vestite di indumenti che nulla o quasi celavano delle loro forme tonde e armoniose. Con il cuore in gola, Ortensia le vide stringersi a lui, cingergli le braccia al collo, mentre i seni gli accarezzavano il viso. Però era lei che Valerio fissava, come se non riuscisse a staccarle gli occhi di dosso, pur senza vederla veramente.

— Ah, eccovi! Su, da brave, — si scosse come da una trance — diamo il benvenuto alla Signora! L’attendevamo con ansia, vero ragazze? Allora, accogliete la padrona di casa come si deve! — e accompagnò queste ultime parole con una benevola ma sonora sculacciata sul fondoschiena delle due. Vide venire le due donne verso di lei a braccia tese.



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